Il mondo dell’olio è in festa. Domani 26 novembre la terra festeggia la Giornata mondiale dell’olivo. Il 13 novembre 1960, con la Legge 1404, è nata ufficialmente la categoria dell’extra vergine. Dieci anni fa, il 16 novembre la Dieta mediterranea, di cui l’olio è uno dei pilastri, ha ottenuto il riconoscimento Unesco come patrimonio immateriale dell’Umanità (anche se meno della metà della popolazione la segue). Che dire? In tutta Italia c’è una musica diffusa di rastrelli e frantoi a lavoro.
ASSITOL (l’Associazione Italiana dell’industria olearia) appoggia la proposta di un Ufficio dedicato alla Dieta mediterranea presso il Ministero delle Politiche Agricole, Agroalimentari e Forestali.

L’olio d’oliva non è però solo alimentazione. Il Consiglio Oleicolo Internazionale, l’Onu dell’olio, ha proposto di nominare l’olivo “protettore della Terra”. Simbolo di pace in molte culture, questa pianta millenaria potrebbe essere l’arma vincente per la “guerra” al cambiamento climatico. Secondo diversi studi agronomici, l’olivo rappresenta un freno all’erosione del suolo e assorbe in media 2 kg di CO2 al giorno: la coltura olivicola e la produzione di olio d’oliva sono quindi essenziali per il contenimento dei gas alteranti, che provocano il riscaldamento globale.