Andate a Guardiagrele (Chieti) per fare l’amore con il gusto. D’altronde, cosa vi fanno venire in mente il Gran Sasso d’Italia, la Majella e il monte Sirente-Velino? Tre cime. È così che inizia il viaggio con il sapore. Perché i tre massici montuosi abruzzesi (i più alti di tutta la catena appenninica) hanno un segno particolare: sono bianchi, soffici e pizzuti. Tali è quali alle tette delle suore. Concetto che tradotto in cucina diventa le “sise delle monache”. Perché così si presenta il dolce tipico dell’Abruzzo. Nel comune di Guardiagrele solo due forni hanno la ricetta per il procedimento semplice ma preciso, con l’ambizione di riempire un vuoto. Quale? Quella dolce piega che nasce spontanea tra due seni. È lì che a qualcuno è venuto naturale metterci il naso. Qualcun’altro ci ha messo anche bocca, colmando proprio quel calanco riempito con pan di Spagna, farcito di crema.






FOODSOUVENIR CON I BAFFI
Il risultato? Un foodsouvenir con i baffi, visto che lo zucchero a velo è destinato a sostare proprio là, tra naso e labbro superiore. Rassegnatevi, perché non resta che toglierne traccia, per poi ridare un altro morso al celestiale dolce. Dire paradisiaco non è dunque “peccato” vista l’iscrizione nell’elenco dei prodotti tipici di qualità redatto dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, l’inclusione nell’Atlante dei prodotti tipici del Parco Nazionale della Majella e la chiocciolina di Slow Food a premiare i prodotti di qualità eccellente. Ma Donatello Di Prinzio ha in mente altri progetti per attirare i turisti, come anticipato nel corso dell’Abruzzo Food Experience guidato dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura Chieti Pescara.