“In questi giorni circa 10 milioni di persone si rimetteranno in movimento per la ripresa delle attività del nuovo anno scolastico. Le evidenze epidemiologiche sottolineano l’importanza di ricorrere a tamponi diffusi per contenere il contagio da Covid. Per farlo è essenziale potenziare la macchina pubblica e ricorrere anche al supporto del privato. Urgono dal ministero della Salute chiare Linee guida per evitare che ogni regione vada in ordine sparso”. A dirlo Lettera150, il think tank che riunisce circa 250 accademici di diverse discipline in un documento a firma di Giuseppe Valditara, coordinatore. “Il momento che stiamo vivendo, ed il pericolo di una nuova espansione dell’epidemia, richiede la massima sinergia e collaborazione delle strutture pubbliche e private sul territorio nazionale al fine di garantire la più ampia diffusione delle indagini diagnostiche. Tre i motivi: la tutela della salute dei cittadini; la tutela dell’iniziativa economica e della tenuta del Paese; il risparmio per il Servizio sanitario nazionale”, si legge nel documento. “In tal senso, risulta incomprensibile, oltre che inammissibile, che alcune Regioni decidano autonomamente di ostacolare il servizio diagnostico tramite la somministrazione di tamponi da parte delle strutture private già autorizzate dal SSN”. Il rischio, evidenziano gli esperti di Lettera150, ” è di creare storture ed inefficienze sul territorio, proprio nel momento in cui serve il massimo sforzo per evitare il ripartire dell’epidemia. Chiediamo al ministero della Salute linee uniformi a livello nazionale che disciplinino il servizio. I tamponi su vasta scala restano l’unico strumento per individuare gli infetti e circoscrivere i focolai. Il Paese non può permettersi nuovi lockdown”. Ne conviene anche Mariastella Giorlandino, presidentessa Artemisia Lab: “Rimango profondamente ammirata e colpita da questa posizione chiara e nitida, presa a tutela della salute da parte di tutte queste autorità. Trovo sia fondamentale la posizione che devono prendere a livello nazionale gli organi pubblici per garantire la tutela della salute del cittadino. Essendoci strutture private autorizzate a norma di legge, che si pongono a tutela della continuità e della velocizzazione delle diagnosi, risulta veramente incomprensibile che non siano messe a supporto delle strutture pubbliche, in modo logico e continuativo a fianco di tutte le regioni e che viceversa soltanto in alcune regioni avvenga tale dimostrazione di accoglienza, per velocizzare la diagnostica con tamponi privati di biologia molecolare. È logico che nella nazione occorra un piano completo in tutte le regioni. Continuare ad avere regioni che agiscono sui piani di salute in un modo e altre in un altro significa non arrivare alla risoluzione del problema. Le strutture private cercano solo chiarezza e indicazione dei percorsi da svolgere a tutela della salute e del cittadino; tali preclusioni non sono più giustificabili. L’autorevolezza di tale gruppo e di tale posizione dà sicuramente un grandissimo supporto alla popolazione nazionale che continua ad essere alla ricerca di serenità e percorsi clinici diagnostici veloci e definiti”.
TAMPONI DIFFUSI E ANCHE DAI PRIVATI
