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PIOGGIA: IN EMILIA ROMAGNA SBARCANO I PLUVIOMETRI 4.0 COME A BELGRADO E ALLE MALDIVE

A Fontanellato, Colorno e Soragna sono stati installati pluviometri hi-tech per monitorare in tempo reale, l’intensità delle precipitazioni. Un quarto sarà installato nei prossimi mesi a Sorbolo Mezzani. Dunque il Consorzio di bonifica Parmense dell’Emilia Romagna al pari del Republic Hydrometeorological Institute of Serbia, al sistema locale della Città di Belgrado e alla rete del Maldive Meteorological Service, dove si sperimentano questi pluviometri del futuro. Tramite il 3G integrato, misurano, registrano “in locale” e inviano “in autonomia”, ad un server FTP, i dati relativi non solo alla precipitazione cumulata, ma anche alla sua intensità al minuto; il tutto senza collegamento ad un “datalogger” esterno. Lo rende noto l’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI).

Calcolata dallo strumento sulla base dei ribaltamenti della bascula, l’intensità reale di pioggia in ogni minuto viene espressa in millimetri all’ora con una precisione determinante  per  scongiurare criticità idrauliche, consentendo di intervenire tempestivamente  per prevenire un evento di piena ed aggiungendo alle tecniche attuali, nonché  all’esperienza degli enti consorziali, anche un “big data” preziosissimo per programmare gli interventi idraulici da compiere.

“E’ questa un’ulteriore testimonianza di quella cultura del fare, caratteristica dei Consorzi di bonifica, costantemente impegnati a migliorare la resilienza dei territori di fronte alle conseguenze della crisi climatica; in questo momento così difficile per la vita e l’economia italiane, continuiamo a guardare al futuro” evidenzia Francesco Vincenzi, Presidente di ANBI.

Il nuovo pluviometro studiato, elaborato ed assemblato da “CAE innovation for a safer world S.p.A” (società leader  nella misurazione del rischio ambientale, causato dai fenomeni naturali) in collaborazione con alcune Università, fornisce dati di altissima precisione ed analisi approfondite sull’entità delle precipitazioni, che cadono su un territorio, avendo evidenti ripercussioni anche sul reticolo idraulico.

“E’ di questi  giorni l’ennesimo allerta per rischio idrogeologico in molte zone di un Paese, in cui oltre 3 milioni di famiglie vivono in zone ad alta vulnerabilità, dove sorgono oltre 550.000 edifici minacciati da frane ed oltre 1 milione di immobili sono in pericolo nel caso di alluvioni; tra questi ci sono anche molte scuole e strutture sanitarie, cui aggiungere  migliaia di siti culturali e storici – commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI – Nella prospettiva del Recovery Fund ribadiamo che urgono interventi urgenti e concreti, cui possiamo e vogliamo concorrere sia con i piani territoriali per gli invasi e l’efficientamento della rete idraulica, sia con la ricerca e l’innovazione tecnologica, proprie dei Consorzi di bonifica ed irrigazione.”  

“Il nostro sguardo  è costantemente rivolto al futuro – conclude il Direttore Generale del Consorzio di bonifica Parmense, Fabrizio Useri – Puntiamo sempre a maggiori e più funzionali strumenti per agevolare l’operatività, garantendo una più celere e precisa risposta alle esigenze dei territori”.

DIETA MEDITERRANEA CONTRO IL COVID-19: L?INDAGINE ASSIC

La Dieta Mediterrranea potrebbe ridurre l’incidenza della Polmonite da Coronavirus tra la popolazione, perché povera di grassi, zuccheri, sale e ricca di fibre e antiossidanti. E’ quanto emerge dall’indagine svolta dall’ASSICAssociazione per la Sicurezza Nutrizionale in Cucina, fondata e presieduta dalla nutrizionista italiana Chiara Manzi, che ha svolto la ricerca su un campione di oltre 900 persone, che seguono la dieta mediterranea mangiando 2 dolci al giorno, fritti, pizza e lasagne perché seguono questi 3 speciali accorgimenti:

  • sostituiscono lo zucchero con un dolcificante antiossidante naturale
  • riducono i grassi grazie all’uso di fibra di cicoria a catena lunga
  • friggono con la tecnica dello shock termico che riduce l’assorbimento dei grassi

I risultati del questionario analizzati a partire da giugno 2020 mostrano che chi aveva seguito i consigli per un’alimentazione sana, basata sui 3 punti fondamentali proposti dalla dottoressa, per un periodo di almeno 3 mesi o superiore ha avuto un’incidenza di Covid19 quasi 3 volte inferiore rispetto a chi lo segue da poche settimane. I 3 punti chiave indicati dalla dottoressa Chiara Manzi sono illustrati nel libro Cucina Evolution corredato da oltre 200 ricette facili, veloci ed economiche, dalla carbonara al tiramisù.

Il campione analizzato è composto principalmente da donne (94,7%), tra i 50 e i 69 anni (63,6%). La popolazione oggetto del questionario, dunque, è tra quelle maggiormente esposte, sia per fascia di età, sia per genere femminile. Il 56,5% aveva iniziato a seguire questa particolare alimentazione da oltre 3 mesi, il 31,5% da meno di tre mesi e il 9,1% non aveva ancora iniziato questo stile alimentare o lo aveva sospeso.

A livello nazionale, secondo i dati ufficiali di fine luglio 2020, l’incidenza del virus misurata con tamponi tra le donne di età compresa tra 50 e 69 anni (che rappresentano la maggior parte del campione dell’indagine) è dello 0,4%.

Gli ultimi studi ci hanno dimostrato come uno stato di eubiosi produce un’emissione di interferoni (proteine antivirali) che porta ad una maggiore protezione antivirale e alla riduzione dell’immunopatologia del contagiato. Per questo è importante mangiare sano e nutrire il nostro intestino con fibre prebiotiche, antiossidanti e polifenoli, riducendo al contempo grassi, zuccheri e sale. – Spiega la dottoressa Chiara ManziDa questa indagine non si possono trarre ovviamente conclusioni certe e definitive, ma senza dubbio, considerazioni basate sull’osservazione. Da quanto leggiamo dai dati, chi ha imparato ad abbinare gli alimenti e scegliere il giusto modo di cottura e lo ha applicato per almeno 3 mesi ha avuto un’incidenza inferiore di Covid19. L’obesità, infatti, costituisce un fattore di rischio anche in questo caso. Il Coronavirus entra nel nostro tessuto polmonare attraverso l’enzima ACE2, espresso sulla superficie delle cellule polmonari, del tessuto adiposo viscerale, del cuore e dell’intestino. Perciò l’obesità predispone a immagazzinare una “carica virale maggiore”.

PIAZZA DANTE #FESTIVALINRETE OMAGGIA ALIGHIERI

Da Vasto a Cuneo, Dante Alighieri unisce l’Italia nel settecentenario della sua morte. Tra le tante iniziative mirate a rendere omaggio al poeta, c’è Piazza Dante. #Festivalinrete” è un progetto condiviso che unisce quarantuno Festival di approfondimento culturale italiani. Sostenuto dal Comitato Nazionale per le celebrazioni dantesche istituito dal Mibact, sarà come un lungo racconto tutto italiano che animerà le piazze e che sarà fruibile anche attraverso il sito web dedicato, una piazza virtuale in cui contenuti multimediali (video, interviste agli autori, scritti inediti) daranno la possibilità a tutti di vivere le iniziative realizzate via via dai Festival.

A partire dalla fine di gennaio con il Festival della Scienza di Vasto fino a novembre con BookCity di Milano e Scrittorincittà di Cuneo, “Piazza Dante. #Festivalinrete” renderà così omaggio al padre della lingua italiana e vedrà la partecipazione di scrittori, scienziati, intellettuali, studiosi, artisti, musicisti che dialogheranno e rifletteranno sull’opera dantesca nelle varie declinazioni possibili con rimandi alla contemporaneità.

VACCINO COVID-19: OGNI FIALA PUO’ SERVIRE PER 6 PERSONE (INVECE CHE 5)

La Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie-SIFO condivide e rilancia il messaggio espresso dall’AIFA in merito al vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2: “Ferma restando la necessità di garantire la somministrazione del corretto quantitativo di 0.3 ml a ciascun soggetto vaccinato attraverso l’utilizzo di siringhe adeguate, è possibile disporre di almeno 1 dose aggiuntiva rispetto alle 5 dosi dichiarate nel Riassunto delle caratteristiche del prodotto”.


In pratica – ricorda SIFO a tutti gli operatori – la dose di COMIRNATY che deve essere somministrata a ciascuna persona è di 0,3 ml. Questa dose deve essere estratta in condizioni asettiche e utilizzando siringhe di precisione adeguate, da un flaconcino di vaccino che contiene 2,25 ml, dopo la diluizione prevista con soluzione di cloruro di sodio allo 0,9%. Questo significa quindi che ogni fiala di vaccino COVID-19 mRNA BNT162b2 può essere utilizzata per vaccinare con pieno successo e in assoluta sicurezza 6 soggetti, a conferma dei calcoli e delle simulazioni che SIFO aveva già realizzato un mese fa.


Gli aspetti professionali, sanitari, organizzativi ed etici di questa sottolineatura – precisa SIFO – sono di primaria importanza, visto che in questo modo con mille fiale potranno essere trattate 6000 persone (invece che 5000), rendendo più vasta e capillare fin da subito la copertura vaccinale e realizzando anche un’economia di scala non indifferente: ogni centro abilitato alla vaccinazione dei cittadini italiani deve esserne consapevole ed agire di conseguenza.

COVID-19 E CYBERCRIME FARMACEUTICO: 102 SITI OSCURATI DAI NAS

Contro il cybercrime farmaceutico si è conclusa con 102 oscuramenti di siti l’operazione di vigilanza telematica condotta in tandem tra i NAS e il Ministero della Salute. I militari della Sezione Analisi del Reparto Operativo del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute hanno dato esecuzione ai provvedimenti d’inibizione all’accesso (cd. “oscuramento”) emessi dalla Direzione Generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Dicastero, su proposta del citato Reparto, nei confronti di altrettanti siti web collocati su server esteri e con riferimenti di gestori non individuabili, sui quali venivano effettuate la pubblicità e l’offerta in vendita, anche in lingua italiana, di svariate tipologie di medicinali che, in questi mesi, sono stati a vario titolo collegati all’emergenza COVID-19. “Infatti – si legge nel comunicato stampa – oltre a una serie di farmaci recanti varie indicazioni terapeutiche e soggetti a obbligo di prescrizione, nonché vendibili solo in farmacia da parte di farmacista abilitato, i Carabinieri del NAS hanno individuato l’offerta in vendita di medicinali asseritamente contenenti principi attivi soggetti a particolari restrizioni d’uso e specifiche indicazioni d’impiego in relazione all’infezione da SARS-COV-2 come, soprattutto, l’antimalarico clorochina, in relazione alla quale, analogamente all’idrossiclorochina, l’AIFA in data 22 dicembre 2020 ha pubblicato una scheda aggiornata contenente elementi utili a orientare la prescrizione e a definire un rapporto tra benefici e rischi sul singolo paziente, e gli antivirali lopinavir/ritonavir, di cui la medesima Agenzia regolatoria ha sospeso l’utilizzo off label al di fuori degli studi sperimentali clinici. Presenti, sulle vetrine virtuali dei siti individuati, anche l’antivirale ribavirin, per il quale è stato autorizzato l’uso compassionevole limitatamente a pazienti ospedalizzati con difficoltà respiratorie legate al COVID-19, l’antibiotico azitromicina, rispetto al quale l’AIFA ha diramato una scheda che offre elementi necessari per una corretta prescrizione e per valutare il rapporto tra benefici e rischi sul paziente, nonché l’antinfiammatorio colchicina, oggetto di uno studio sperimentale nel trattamento del COVID-19.

I militari si sono imbattuti anche in altri medicinali contenenti rispettivamente l’antinfiammatorio indometacina, la cui assunzione fuori stretto controllo medico può cagionare gravissimi effetti collaterali, e l’antivirale daclatasvir, offerto in rete nonostante l’EMA, a seguito del mancato rinnovo dell’autorizzazione all’immissione in commercio deciso dal titolare, ne abbia vietato l’uso in tutta l’Unione Europea. Con i provvedimenti ora eseguiti, salgono a 237 i siti oscurati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute nel corso del 2020, ben 217 dei quali connessi con l’emergenza pandemica COVID-19. SEGUEL’incessante l’attività dei NAS in relazione all’emergenza sanitaria connessa con la diffusione dell’epidemia di COVID-19 e volta, oltre a mirati interventi sul territorio, al monitoraggio dell’offerta in vendita sul web di medicinali, ha dimostrato, come già emerso in precedenti operazioni (da ultimo quella che ha portato all’oscuramento di due piattaforme che proponevano vaccini antinfluenzali e per il Covid-19), che il mercato virtuale veicolato dalla rete internet è diventato un’importante fonte di commercio e approvvigionamento di farmaci ad uso umano, molto spesso non autorizzati, con claim accattivanti e asseritamente vantanti proprietà in grado di prevenire e curare diverse patologie, spesso facendo riferimento a presunti studi di sedicenti esperti, che espongono i cittadini a gravissimi rischi per la salute. Particolarmente a rischio è quella ampia parte di persone che consulta liberamente il surface web, ovvero la parte “in chiaro” e indicizzata della rete agevolmente accessibile e alla portata di tutti, che maggiormente si presta a raggiungere una platea pressoché illimitata di utenti costituendo, quindi, un grave fattore di pericolo rispetto al potenziale acquisto e alla conseguente incontrollata assunzione di farmaci di dubbia provenienza e distribuiti al di fuori dei canali e dellemodalità autorizzate, che non rispettano i rigorosistandard di qualità, sicurezza ed efficacia previsti dalle vigenti disposizioni. È, dunque, più che mai opportuno rinnovare, anche alla luce dell’avviata profilassi vaccinale per il COVID-19, l’invito ad attenersi solo alle indicazioni fornite dagli Organi ufficialmente preposti, consultando i relativi siti istituzionali e diffidando della presenza di offerte sul web di farmaci non autorizzati. Va, infine, ribadito che la vendita e l’acquisto di “medicinali con obbligo di prescrizione” attraverso internet, oltre ad essere vietati dalla normativa italiana, sono soprattutto estremamente pericolosi per la salute, non essendovi affatto contezza né della reale composizione degli stessi, né delle corrette modalità di produzione e conservazione, né degli effetti e delle reazioni che la loro assunzione può cagionare. Va, dunque, ricordato che l’offerta in vendita e la pubblicità dei “medicinali senza obbligo di prescrizione” (SOP/OTC) possono essere effettuati on line solo attraverso i siti di farmacie ed esercizi espressamente autorizzati secondo quanto previsto dal decreto legislativo 24 aprile 2006 n. 219, il cui elenco è consultabile sul sito del Ministero della Salute, riconoscibili attraverso il previsto Logo Identificativo Nazionale che deve essere chiaramente visibile su ciascuna pagina del sito web dedicata ai medicina”.

COME E’ FATTO IL VACCINO PER IL COVID-19?

Tra le tante domande che il paziente pone al medico in merito al vaccino per il Covid-19, spicca una: “Come è fatto?” A domanda risponde la SIMG, Società Italiana di Medicina Generale per pazienti e Medici di famiglia che in documento pubblicato sul loro sito online chiarisce ogni dubbio in merito alla vaccinazione anti-covid.

“COME E’ FATTO IL VACCINO PER IL COVID-19?I virus SARS-CoV-2 (che provocano il Covid-19) fanno ammalare le persone utilizzando una proteina della loro superficie (proteina S o Spike) che serve a far penetrare il virus all’interno delle cellule delle persone infettate. Tutti i vaccini attualmente in studio sono stati messi a punto per indurre una risposta che blocca tale proteina e quindi impedisce il replicarsi del virus nel soggetto infettato.Il primo vaccino disponibile in Italia ed in Europa è stato realizzatoutilizzando una molecola (mRNA), che permette nelpaziente vaccinato di formare anticorpi destinati a proteggere dalla malattia COVID-19. Dunque in questo vaccino per il COVID-19 non c’è l’intero virus, né vivo né ucciso. L’mRNA del vaccino scompare dall’organismodi chi si vaccina nel giro di pochi giorni”.

CAMPAGNA VACCINALE: PERCHE’

“Abbiamo una doppia esigenza. Da una parte dobbiamo preparare il nostro bagaglio di nozioni, apprendendo i fondamenti più importanti per la nostra attività; dall’altra, dobbiamo essere pronti a rispondere in modo chiaro e trasparente ai numerosi dubbi dei nostri pazienti” sottolinea il Prof. Claudio Cricelli (in foto), Presidente SIMG.

Ma andiamo per ordine. DOmenica 27 dicembre in Italia è partita la più grande campagna vaccinale mai messa in atto. Dopo le prime simboliche somministrazioni, con l’arrivo delle nuove dosi, da gennaio la popolazione verrà gradualmente coinvolta nel processo. Restano tuttavia vivi numerosi interrogativi, a cui la SIMG  – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie offre le risposte con due documenti pubblicati sul proprio sito un primo rivolto ai pazienti, un secondo a tutti i Medici di famiglia, che potranno così affinare la loro preparazione e avere uno strumento da mettere al servizio dei pazienti stessi.

I DOCUMENTI DELLA SIMG – Gli effetti devastanti della pandemia di Covid-19 hanno determinato una richiesta pressante da parte del mondo intero per giungere in tempi brevi a un’efficace vaccinazione protettiva. Un reale vantaggio in termini di sanità pubblica infatti si potrà ottenere solo attraverso una diffusa e capillare campagna vaccinale. Avute negli ultimi giorni le necessarie autorizzazioni di EMA ed AIFA, dopo fasi di registrazione velocizzate, i Medici di famiglia devono farsi carico di un solido bagaglio di informazioni e mettere a punto una buona comunicazione con i pazienti.

Abbiamo una doppia esigenza – sottolinea il Prof. Claudio Cricelli, Presidente SIMG – Da una parte dobbiamo preparare il nostro bagaglio di nozioni, apprendendo i fondamenti più importanti per la nostra attività; dall’altra, dobbiamo essere pronti a rispondere in modo chiaro e trasparente ai numerosi dubbi dei nostri pazienti. I due aspetti sono imprescindibili l’uno dall’altro perché solo con una solida competenza si può effettuare una comunicazione convincente. In questo contesto diviene indispensabile per il MMG attuare un counselling efficace per favorire l’adesione consapevole dei pazienti alla vaccinazione, il tutto coniugando le esigenze di chiarezza e correttezza scientifica con la necessaria sintesi”.

Sulla base di queste premesse, la SIMG ha realizzato due documenti:

LE DOMANDE CHE IL PAZIENTE PONE AL MEDICO: 16 domande frequenti e le risposte sintetiche e corrette per il paziente.

LE DOMANDE CHE IL MEDICO SI PONE: 15 items di interesse per il medico di famiglia con schede sintetiche corredate da riferimenti bibliografici.

Oltre a questi documenti, vengono proposti due allegati: il Piano Strategico di Vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 del Ministero della Salute e il Modulo di consenso informato “Comirnaty” di Pfizer.

Abbiamo cercato di fare una sorta di riepilogo con tutte le domande che in queste ore cittadini stanno rivolgendo ai MMG, i quali a loro volta devono essere preparati a rispondere – spiega il Prof. Cricelli – È sicuro il vaccino? Quando lo potrò fare? Come e dove viene somministrato? Ci sono effetti collaterali? Dopo quanto tempo sarò immunizzato? Lo posso fare se sono in stato di gravidanza? E se sono allergico? Per ogni quesito abbiamo proposto risposte chiare e sintetiche. Nel secondo documento, abbiamo proposto informazioni utili per i MMG su come il vaccino è stato studiato, prodotto, registrato”.

L’INIZIO DI UN GRANDE STUDIO EUROPEO – L’inizio della campagna vaccinale segna anche l’avvio di un processo osservazionale volto a definire ogni caratteristica del vaccino stesso. Per questo, si è costituito un consorzio europeo di società e associazioni medico-scientifiche, il VAC4EU di cui fa parte anche la SIMG, che studierà l’efficacia e gli effetti dei vaccini.

Sarà il più grande studio di questo genere mai effettuato nella storia – evidenzia il Prof. Cricelli – I risultati li avremo tra un paio d’anni. In questa fase, sarà molto importante un piano coinvolgimento dei Medici di famiglia in quanto saranno proprio loro a dover raccogliere i riscontri empirici del vaccino sui propri pazienti per monitorarli e analizzarli”.

CAPODANNO: COVID TAGLIA 1 ZAMPONE SU 3 DALLA SPESA

Le previsioni sul Capodanno a tavola da parte di Cia-Agricoltori Italiani non sono positive: c’è un forte calo negli acquisti dei tradizionali zamponi e cotechini per le feste di fine anno. Ennesimo colpo che conferma la grave crisi della filiera suina, fiore all’occhiello del Made in Italy agroalimentare. Secondo Cia-Agricoltori Italiani, il calo sarà di 1/3 rispetto ai 6 milioni di kg di prodotto (di cui 4 Igp, il resto tradizionale), consumato nello stesso periodo del 2019. Sono, infatti, fortemente diminuiti i ritiri di carne suina negli allevamenti da parte dell’industria alimentare, malgrado il -20% dei prezzi medi degli ultimi 2 mesi, ampiamente sotto i costi di produzione.

Per gli insaccati precotti con cui tradizionalmente si festeggia il nuovo anno, ci sarà dunque, una contrazione dei consumi, a seguito delle misure imposte dal Governo per contrastare la pandemia. Sarà un San Silvestro sobrio, senza parenti e amici, né veglioni o ritrovi di famiglia e si dirà addio alle maxi-tavolate imbandite, che avevano nel 2019 un budget alimentare di quasi 2 miliardi, fra cenone e pranzo del primo gennaio.

Il giro d’affari di zamponi e cotechini è di circa 28 milioni di euro per i soli prodotti Igp, considerati più sicuri dal punto di vista della qualità, grazie al disciplinare che ne indica con precisione il luogo di produzione, le modalità di lavorazione e la conservazione delle carni. Cotechini e zamponi sono fatti della stessa sostanza: carne di maiale magra e grassa, macinata grossolanamente, unita poi a cotenna di maiale e tritata. La differenza fra i due prodotti è data dall’involucro: la zampa di maiale anteriore per lo zampone, il budello per il cotechino. Nonostante la diffusa credenza, non si tratta di prodotti particolarmente grassi, anche perché la cottura favorisce il calo della parte lipidica: 100 grammi contengono le stesse calorie di un etto di mortadella e meno della stessa quantità di salame, con un interessante apporto proteico fornito dalla cotica, oltre a buone percentuali di ferro, zinco e delle vitamine del gruppo B.

La crisi delle vendite di zampone e cotechino nelle feste del 2020 rappresenta, dunque, per Cia un ulteriore danno per il settore suinicolo nazionale già in crisi, che ha toccato addirittura un -18%, nonostante il lieve recupero registrato durante i mesi estivi. La forte contrazione dei prezzi è in parte dovuta alla saturazione del mercato europeo, con il mancato export in Cina delle carni suine tedesche, dopo i casi di Peste suina africana nei cinghiali in Sassonia, che hanno provocato un danno enorme agli allevatori di quel Paese.

 In Italia, la crisi della zootecnia suina è amplificata dalle generali difficoltà del canale Ho.re.ca (hotel, ristoranti, bar, mense) dopo la crisi pandemica, che ha avuto un impatto particolarmente negativo su questa filiera. Ultima beffa per gli allevatori del settore, la deroga al 31 gennaio imposta dal Mise sull’obbligo di etichettatura di origine sulle carni suine trasformate dalle industrie (prosciutti, salumi, mortadelle), dilazionando la possibilità di una maggiore valorizzazione del Made in Italy.

CENONE EVOLUTION DI CAPODANNO SENZA RIMORSI CON IL METODO DI CHIARA MANZI

Erbazzone per antipasto, tortellini in brodo ripieni di carne come primo piatto immancabile, salmone al pepe rosa sul letto di verza per secondo e gran finale con i cantucci. Se in questi giorni di festa il surplus gastronomico ci ha fatto lievitare fino a 5 chili in più di quanti ne avevamo fino a metà mese, ecco i giusti abbinamenti degli ingredienti e il giusto metodo di cottura, che non vuol dire rinunciare a pasta, fritti o dolci, ma cucinarli secondo il Metodo Cucina Evolution. Si tratta di uno stile alimentare che mette in pratica i principi della Culinary Nutrition, di cui Chiara Manzi, nutrizionista italiana e docente universitaria, è la massima esperta in Europa. Una sorta di evoluzione della dieta mediterranea, che tiene conto di tutte le ultime scoperte e ricerche in ambito alimentare.

Il menu di Capodanno può essere ripreso dal libro “Cucina Evolution. BuonaDaVivere!” (Art Joins Nutrition), dove la dottoressa Chiara Manzi ha inserito anche le ricette. Ed ecco che si parte con un antipasto a base di erbazzone, tipica specialità reggiana che permette di fare il pieno di fibra, senza modificare gli ingredienti della tradizione, con i grassi di poco più di un cucchiaino di olio! Il segreto sta nel bilanciamento di ogni ingrediente e nell’aggiunta di inulina, fibra solubile in grado di rallentare l’assorbimento di grassi e zuccheri a livello intestinale. È importante, poi, fare attenzione alla cottura in forno, per non imbrunire troppo l’impasto, evitando la formazione di sostanze dannose per il nostro organismo.

Si prosegue, poi, con un piatto immancabile sulle tavole di tutta Italia nei giorni di festa: i tortellini in brodo ripieni di carne. Anche in questo caso, la tradizione si fonde con il benessere, aggiungendo inulina alla sfoglia per la pasta, permettendo di ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri a livello intestinale, con uno sconto sulle calorie. Il ripieno conserva gli ingredienti della tradizione, basta sapere dosare bene i vari componenti ed accostare alla mortadella un buon prosciutto crudo pulito dal grasso visibile.

Come secondo, invece, la dottoressa suggerisce dell’ottimo salmone al pepe rosa su un letto di verza. Un piatto buono e che fa bene al cuore, poiché il salmone è un pesce ricco in Omega 3, grassi polinsaturi che riducono il rischio di malattie cardiovascolari e fanno bene alla memoria. Una porzione di questo piatto ci regala il 70% della dose di Omega 3 raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Infine, non può certo mancare il dolce della tradizione: i cantucci, qui proposti in una versione gluten free, da accostare ad un buon calice di Vin Santo che possiamo concederci senza sensi di colpa. Il segreto? Una porzione contiene i grassi e gli zuccheri rispettivamente contenuti in mezzo cucchiaino di olio e di zucchero semolato e le fibre di tre piatti di insalata, merito della frutta secca e dell’aggiunta di inulina, la fibra solubile estratta dalla cicoria in grado di favorire l’equilibrio della flora intestinale.

PIANTE CON POCA CLOROFILLA CONTRO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Uno studio di prospettiva coordinato dall’Istituto per la bioeconomia del Cnr, pubblicato su Global Change Biology, analizza come l’avvento di una nuova generazione di piante a basso contenuto di Clorofilla potrebbe essere un’arma in più nella lotta al cambiamento climatico, riducendo a parità di produzione l’assorbimento di radiazione solare.

Lo sviluppo delle società umane moderne è sempre stato accompagnato dall’introduzione di nuove piante coltivate. Praticamente tutti gli alimenti di origine vegetale che arrivano sulle nostre tavole provengono da varietà di piante che non esistevano nel passato. La “lunga marcia” per la creazione di nuove piante ha l’età dell’uomo moderno. È passata attraverso la selezione e domesticazione delle piante selvatiche, il miglioramento genetico attraverso incrocio e ibridazione, la mutagenesi (mutazioni genetiche indotte artificialmente in embrioni vegetali) e la transgenesi (trasferimento di geni da una specie all’altra). Oggi la tecnologia utilizzata è il cosiddetto “genome editing“, ovvero la manipolazione diretta del codice genetico tesa a modificarne le proprietà.

Ma se in passato si è puntato esclusivamente a migliorare le caratteristiche produttive e tecnologiche delle piante, oggi la frontiera si è allargata, includendo in primis la sostenibilità. É infatti urgente selezionare e creare nuove piante che possano contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico cercando di aumentare allo stesso tempo le potenzialità produttive delle varietà attualmente coltivate. È quello che sostengono i ricercatori Lorenzo Genesio, Franco Miglietta (Istituto per la bioeconomia del Cnr) e Roberto Bassi (Università di Verona) nell’Opinion paper appena pubblicato sulla rivista Global Change Biology in cui spiegano come l’avvento di una nuova generazione di piante a basso contenuto di Clorofilla potrebbe essere un’arma in più nella lotta al cambiamento climatico. “Una strategia utile a controbilanciare una parte del crescente “effetto serra” è quella di aumentare la frazione della luce solare che viene riflessa dalla superficie terrestre che, tornando indietro verso lo spazio, non contribuisce al suo riscaldamento ” – spiega Lorenzo Genesio – “e questo potrà essere fatto anche coltivando nuove piante con bassi contenuti di clorofilla; piante più “pallide” che riflettono molta più radiazione solare”.

Alcune ricerche, e non solo quelle fatte dagli autori del lavoro appena pubblicato, dimostrano che riducendo il contenuto di clorofilla non solo si riflette più luce solare, ma si può arrivare ad avere tassi di fotosintesi più alti e maggiore produttività. “In sintesi” – afferma Franco Miglietta – “coltivare varietà di piante più pallide (di grano, orzo, mais, soia) equivale a ridurre le emissioni di gas climalteranti, con un effetto di riduzione delle temperature a scala locale nelle zone più densamente popolate”.

SASHA DICE STOP AI BOTTI DI CAPODANNO: DECALOGO OIPA

Anche Sasha da Berzo Inferiore in provincia di Bergamo dice stop ai botti di Capodanno. I pedardi fatti esplodere da balconi e terrazzi terrorizzano lui e i suoi parenti. Non è raro vedere altri cani e gatti che, impauriti, scappano dai giardini e dai cortili perdendosi o finendo investiti. Animali più anziani o cardiopatici possono morire d’infarto. E anche la fauna selvatica, uccelli e animali dei parchi e dei boschi, spaventata dal frastuono e dalle improvvise luci si disorienta schiantandosi contro alberi, muri, vetrate, cavi elettrici o finendo sotto le auto.

Che fare? L’Oipa Italia, Organizzazione internazionale protezione animali, ricorda che chi decidesse di scendere in strada per sparare o assistere ai fuochi d’artificio violerebbe le regole sul coprifuoco e il divieto agli spostamenti nei giorni festivi e prefestivi dettato dal Dpcm del 3 dicembre. E alcuni Comuni italiani, per esempio Palermo, Bari e Treviso, hanno già emesso  ordinanze per vietare l’utilizzo di petardi per i festeggiamenti del Capodanno. Ma c’è sempre chi, si è visto negli scorsi anni, non rinuncia a questa ormai anacronistica tradizione anche per l’esiguità dei controlli volti a reprimere chi non rispetta le regole.

«Per evitare che l’ultimo giorno dell’anno si trasformi in dramma o tragedia per gli animali, abbiamo stilato un decalogo con le regole e suggerimenti per mettere in sicurezza e rassicurare il proprio familiare con la coda, perché l’inizio del nuovo anno deve essere una gioia per tutti, non motivo di terrore e angoscia», spiega il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Allo stesso tempo, facciamo appello soprattutto alle forze dell’ordine affinché considerino una priorità i controlli finalizzati a far rispettare le ordinanze, non minimizzando le conseguenze, dirette e indirette, di una condotta irresponsabile da parte di chi maneggia i petardi».

Ecco il decalogo Oipa

  1. Teniamo gli animali il più lontano possibile dai festeggiamenti e dai luoghi in cui i petardi vengono esplosi
  2. Non lasciamoli soli, potrebbero avere reazioni incontrollate e ferirsi. Stiamo loro vicini, mostrandoci tranquilli e cercando di distrarli
  3. Non lasciamoli in giardino. Tenere in casa o in un luogo protetto gli animali che abitualmente vivono fuori per scongiurare il pericolo di fuga
  4. Teniamo alto il volume di radio o televisione chiudendo le finestre e le persiane
  5. Lasciamo che si rifugino dove preferiscono, anche se si tratta di un luogo che normalmente è loro vietato
  6. Durante le passeggiate teniamoli al guinzaglio, evitando anche di liberarli nelle aree per gli animali per evitare fughe dettate dalla paura
  7. Facciamo visitare l’animale da un veterinario comportamentalista affinché valuti la possibilità di una terapia di supporto
  8. Evitiamo soluzioni fai da te somministrando tranquillanti, alcuni sono addirittura controindicati e fanno aumentare lo stato fobico
  9. Organizzare una “gita fuori porta” per trascorrere il Capodanno in luoghi lontano dai centri urbani e dai rumori forti e improvvisi (solo se possibile, nel rispetto delle previsioni del Dpcm del 3 dicembre 2020)
  10. Chiediamo al nostro Comune un’ordinanza contro i botti e sensibilizziamo l’opinione pubblica su quanto questi inutili rumori possano essere dannosi per gli animali domestici e selvatici

IL BRASILE IN UN DRINK: LA RICETTA DEL GAROTA DE IPANEMA

Si ispira alla celebre canzone di Antonio Carlos ‘Tom’ Jobim e Vinicius de Moraes e alle sue poetiche liriche ‘Guarda quanta bellezza, colma di grazia: è la ragazza che passa ancheggiando dolcemente verso il mare’… E’ il Garota de Ipanema. Note che catapultano chi beve il drink della bartender Sabina Yausheva, in quella terra seducente e piena di vita che è il Brasile. Il tutto a base di cachaça, distillato del succo di canna da zucchero e Pure Tonic Cortese, prodotta in Italia da Bevande Futuriste, tonica naturale che contiene solo acqua, sali minerali, zucchero e autentico chinino naturale. Immaginando i piedi nella sabbia, sdraiati sotto l’ombra di una palma, travolti e sedotti dalla musicalità del portoghese, la pelle scaldata dal sole, il drink in mano e, davanti, lo splendido panorama che solo Rio de Janeiro può regalare. Un inno al viaggio, per un drink, ‘Garota de Ipanema‘ che vuole, nelle intenzioni della bartender, far evadere anche per pochi minuti dalla realtà e sognare di essere altrove. Senza zone rosse, zone gialle, ma solo zone calde e sabbiose.rink invernale che ci riporta al calore delle spiagge brasiliane!

DRINK: GAROTA DE IPANEMA
BARTENDER: Sabina Yausheva

INGREDIENTI
4,5 cl cachaça 
3 cl limone
2,5 cl sciroppo d’ananas
1,5 cl blue curaçao
1 cl albume
top Pure Tonic Cortese

Bicchiere: Collins
PREPARAZIONE:
Versare tutti gli ingredienti in uno shaker con del ghiaccio, esclusa la Pure Tonic Cortese. Shakerare bene per far montare l’albume di montare e versare, filtrando il tutto, all’interno di un bicchiere Collins colmo di ghiaccio. Per finire, versare delicatamente la tonica Cortese e miscelare dolcemente con un bar spoon.

COVID: CHI E’ LA CAPOBIANCHI, PRIMA VACCINATA

Il Ministero della Salute ci informa su chi è la Professoressa Maria Rosaria Capobianchi, prima italiana ad essere vaccinata contro il Covid-19 questa mattina, nel vax day (qui l’intervista). “Dal 2000 ricopre il ruolo di Direttore della UOC Laboratorio di Virologia, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) “L. Spallanzani” e dal 2015 è anche Direttore del Dipartimento di Epidemiologia, Ricerca Preclinica e Diagnostica Avanzata, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (INMI) “L. Spallanzani”. È stata lei, alla guida del suo team, a isolare e sequenziare, tra i primi ricercatori al mondo, il 2 Febbraio 2020, il coronavirus Sars-CoV-2 responsabile della pandemia. Una ricerca che ha contribuito ad accelerare la ricerca di cure e vaccini per contrastare la pandemia.
Capobianchi è laureata in Scienze Biologiche e specializzata in Microbiologia e Virologia. Ha una più che ventennale esperienza in Virologia, con particolare attenzione ai meccanismi di difesa antivirale innata e adattativa, alla patogenesi, alla caratterizzazione molecolare, alle infezioni emergenti, al disegno e validazione di metodi diagnostici virologici innovativi. I suoi principali interessi di ricerca sono: meccanismo di produzione ed azione dell’interferon, virus emergenti, infezioni virali persistenti, patogenesi dell’AIDS, allestimento e standardizzazione di tecniche diagnostiche.
È membro del “WHO collaborating center for the for clinical care, diagnosis, response and training on Highly Infectious Diseases” e partecipa a numerosi network internazionali sulla risposta alle epidemie determinate da agenti emergenti e/o inattesi. Nel campo della risposta alle infezioni emergenti determinate da eventi naturali o da rilascio deliberato, collabora con numerose organizzazioni di salute pubblica (WHO, ECDC, Ministero della Salute Italiana), ed è consulente del Centro Nazionale Trapianti per le infezioni virali nei trapianti.
È Cavaliere al merito della Repubblica per essersi particolarmente distinta nel servizio della comunità durante l’emergenza coronavirus”.

VAX DAY: AL VIA ALLO SPALLANZANI

Maria Rosaria Capobianchi, Claudia Alvernini e Omar Altobelli sono rispettivamente la professoressa, l’infermiera e l’operatore sociosanitario che alle ore 7,20 di quest’oggi (Vax Day per l’Italia e l’Ue) si sono sottoposti al primo vaccino Pfizer-BioNTech anti Covid-19. E’ accaduto all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Spallanzani di Roma. Ungheria e Slovacchia sono partite con un giorno in anticipo.