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FESTE A 4 ZAMPE

Cinque consigli a prova di Fido e Micio da parte degli esperti di Ca’ Zampa per trascorrere il Capodanno 2020 gli amici a 4 zampe.

  1. ALLERT ALBERO E PRESEPE –  Attenzione alle palline e alle decorazioni dell’albero di Natale, così come al muschio del presepe: è bene ricordarsi che sono potenzialmente pericolosi se ingeriti. Meglio tenerli lontano dalla loro portata oppure, nel caso delle palline, preferire quelle di legno o plastica infrangibile rispetto a quelle di vetro;
  2. NO CENONI A 4 ZAMPE – Anche se non è sempre facile, è bene non cedere in tentazione nel dare al proprio animale domestico un assaggio altamente calorico dei piatti del cenone. Possono causargli problemi intestinali, dissenteria e vomito;
  3. S.O.S. “BOTTI” – Come gestire il cane o il gatto che si spaventano durante l’accensione dei botti di fine anno?Innanzitutto evitare di agitarsi e di toccarlo. La sola presenza del proprietario lo tranquillizza. Consigliabile anche alzare il volume della musica per nascondere il rumore degli scoppi. In caso di segnali o comportamenti preoccupanti, è bene rivolgersi al veterinario.
  4. REGALA SALUTE E BENESSERE  – Chi l’ha detto che a Natale valgono solo cappottini e collari da regalare? Per iniziare l’anno nuovo nel segno del benessere a 4 zampe, è possibile anche acquistare box di servizi veterinari, come quelli di Ca’ Zampa, che prevedono visite, check up dentale , esami e trattamenti antiparassitari; oppure gift di toelettatura con bagni igienizzanti (www.cazampa.it).
  5. VISITE VETERINARIE IN SICUREZZA – Le disposizioni previste dagli ultimi decreti ministeriali prevedono restrizioni negli spostamenti, ma, salvo cambiamenti, l’uscita di casa per effettuare una visita veterinaria, o per un intervento chirurgico del cane o del gatto, è consentita. Soprattutto di fronte a sintomi preoccupanti o nuovi è sempre bene contattare il proprio veterinario. Prima di recarsi dal veterinario è inoltre necessario telefonare per valutare la necessità di una visita e concordare un orario. Infine, una volta arrivati in clinica, è importante seguire le misure di sicurezza previste, tra cui ridurre al minimo gli accompagnatori e indossare sempre la mascherina.

NATALE: CONSIGLI PER MALATI DI ALZHEIMER IN TEMPO DI COVID-19

Diverso ma pur sempre Natale, anche per le persone più fragili affette dalla malattia di Alzheimer. Ma come affontare questi giorni di festa alla luce del Covid-19 e delle precauzioni di sicurezza indicate dal Governo? A domanda risponde l’esperta.

“Ci sono alcune indicazioni nell’ultimo dpcm – ha affermato la Prof.ssa Amalia Bruni, Presidente SINdem (Società Italiana di Neurologia per le Demenze) – che corrispondono alle necessità dei pazienti con la malattia di Alzheimer: il divieto di festeggiare con molte persone a favore di visite al massimo di un paio di persone a volta, ad esempio, è funzionale per evitare il caos e il trambusto dei festeggiamenti natalizi che generalmente stressano il paziente e amplificano lo stato di incertezza e confusione che spesso domina le fasi intermedie ed avanzate di malattia. Così come il divieto di circolazione dopo le ore 22 favorirà maggiori occasioni di incontro a pranzo rispetto all’ora di cena, senza aggravare quindi il frequente stato di agitazione che caratterizza i pazienti verso le ore serali (sindrome del tramonto)”.

Sicuramente la possibilità di praticare attività motoria o di far visita una volta al giorno ad amici o parenti permetterà ai pazienti di uscire di casa per distrarsi e quindi, nei momenti di maggior difficoltà, di ridurre l’ansia.

“In queste giornate di festa la routine varia inevitabilmente – ha commentato il Prof. Gioacchino Tedeschi, Presidente della Società Italiana di Neurologia – ed è quindi importante coinvolgere il paziente già nella fase dei preparativi, in un clima allegro, accogliente e magari preceduto da segnali chiari, quali addobbi e decorazioni che scandiscano l’evento imminente. È importante, inoltre, adeguare l’ambiente in funzione delle necessità delle persone più vulnerabili per far sì che il periodo natalizio diventi un’occasione speciale per tutta la famiglia: attenzione a luci lampeggianti che possono confondere o spaventare una persona con demenza. Anche i regali vanno scelti e adeguati rispetto ai desideri della persona (non dei familiari) e devono essere adatti alla fase di malattia: abbigliamento comodo, audiocassette di musica preferita, video e album fotografici ma anche, per esempio per le donne e se in fase severa, un bambolotto grande e morbido, risveglia l’istinto materno mai sopito”.

Nelle molte ore che si trascorrono comunque in casa durante le vacanze natalizie, è importante prevedere passatempo adatti da svolgere tutti insieme: la persona con Alzheimer può trovare conforto nel cantare vecchie canzoni della tradizione o sfogliare album di foto di famiglia, raccontare e farsi raccontare. È importante coinvolgerla nell’organizzazione dei preparativi, come incartare i regali, decorare, apparecchiare la tavola, persino cucinare.

AIFA E COVID-19: DA ELI LILLY SOLO RICHIESTA DI APPROVAZIONE ALLA VENDITA

In merito all’impiego in Italia dell’anticorpo monoclonale Bamlanivimab per la cura del Covid-19, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha diffuso questa informazione:

“Negli ultimi giorni sono stati pubblicati alcuni articoli su quotidiani nazionali in cui si dà adito a resistenze che AIFA avrebbe opposto all’utilizzo in Italia di un farmaco, l’anticorpo monoclonale Bamlanivimab, prodotto dall’azienda farmaceutica Eli Lilly sul territorio nazionale, e che la stessa azienda avrebbe offerto gratuitamente senza ottenere riscontro. Si tratta di affermazioni fuorvianti e prive di fondamento.

Nel merito, si precisa quanto segue:

1.     AIFA non ha mai ricevuto alcuna proposta di cessione gratuita, uso compassionevole né fornitura per studi clinici dell’anticorpo monoclonale Bamlanivimab da parte dell’azienda Eli Lilly.

2.     L’azienda ha avanzato all’inizio di ottobre una generica disponibilità a cooperare con le autorità per individuare modalità d’impiego del farmaco in Italia, senza mai offrire partite gratuite di prodotto. Ciò anche dopo esplicita richiesta avanzata da parte dei rappresentanti dell’AIFA in un incontro tenutosi il 29 ottobre con la partecipazione della Commissione Tecnico-Scientifica dell’Agenzia, convocata appositamente a dimostrazione della piena disponibilità ad approfondire ogni sostenibile possibilità di accesso a nuovi trattamenti.

3.     In data 20 novembre l’azienda Eli Lilly ha presentato all’AIFA una offerta per l’acquisto del farmaco da parte del SSN, consegnando un’ipotesi di contratto alla Struttura Commissariale all’emergenza COVID-19 il giorno 25 novembre.

4.     Gli anticorpi monoclonali necessitano di un’approvazione europea, mentre l’azienda Eli Lilly ha proposto una procedura di approvazione del farmaco in deroga a tali procedure. EMA ha espresso un giudizio assai cauto sulle possibilità di approvare il Bamlanivimab sulla base dello studio di fase 2 che evidenziava benefici moderati e ha richiesto ulteriori dati a supporto.

5.     La richiesta di approvazione del farmaco ai sensi di una disposizione speciale della disciplina farmaceutica (l’art. 5 comma 2 della dir. 83/2001, come recepita in Italia dal D. Lgs. 219/2006) non risulta accettabile a fronte di un’epidemia in cui tutti gli Stati dell’UE condividono il medesimo problema e in cui ci aspetta pertanto uno sforzo comune europeo per superarlo, come ben mostrato dalla recente approvazione EMA dei vaccini anti-COVID-19. Per questo AIFA ha espressamente suggerito all’azienda l’opportunità di presentare una richiesta di autorizzazione all’EMA.

Si specifica che la autorizzazione emergenziale concessa negli USA dalla FDA prevede un livello di evidenze scientifiche inferiore rispetto all’approvazione (completa o condizionata) effettuata da EMA.

AIFA è impegnata a garantire – in modo chiaro e trasparente – l’accesso a tutti i farmaci di provata efficacia e sicurezza, sulla base delle migliori evidenze scientifiche, a tutela dei cittadini e pazienti e della sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale”.

ASSISI: SUCCESSO DEL TOUR PRESEPIALE IN 3D

Dalla Basilica Superiore di San Francesco, al Duomo di San Rufino fino a Piazza del Comune: folla di curiosi per il tour presepiale ad Assisi, volendo ammirare le videoproiezioni e le installazioni. È bellissimo l’itinerario che ha scaldato il cuore di tante persone suscitando anche un interesse mediatico su scala nazionale e internazionale. Merito delle maestranze umbre che hanno realizzato le opere. Ben 53 le statue realizzate dall’Atmo di Bastia Umbra. Va detto che il Presepe di Francesco nasce dalla geniale intuizione di riprendere i personaggi del ciclo pittorico giottesco ospitati presso la Basilica di San Francesco e di modellarli in 3D per poi riprodurli a una dimensione leggermente superiore a quella reale. L’onore al merito va ai veri protagonisti di questa realizzazione che sono stati: Laura Bucarini (direttrice della scenografia), Cristina Ducci (consulenza artistica e pittura), Moreno Bizzarri (pittore), Massimo Aristei (scenografo) e Marco Troppa (scenografo).

DUE PASSI FUORI DALLA CIVILTA’, IL MANU-ANZO DI CARLO PAGANI

Volete scaricare l’energia che vi sentite addosso? Fate come Carlo Pagani, il maestro giardiniere che, con la naturalista Mimma Pallavicini, ha appena sfornato il suo ultimo libro “Due passi dalla civiltà” (Pentàgora, pagg. 221, 14 euro). In realtà Carlo non ha solo scritto il suo diario di campagna che “si fa leggere come un romanzo, informa come un manuale di giardinaggio, nutre come una lezione di vita, mostra una strada per il futuro come una profezia”, secondo quanto anticipa nell’introduzione l’editore, Massimo Angelini. No, Carlo ha descritto il suo sogno, condividendo alcuni dei suoi appunti di un viaggio che ha del miraggio ma anche delle sfumature che solo chi vive la natura, chi ascolta i segnali che invia la terra, sa cogliere. Il risultato è un agile diario un po’ manuale, un po’ romanzo (manu-anzo, contrazione creativa nata dalla fusione di manuale con romanzo). Proprio tra le righe del volume è facile scorgere musetti (topini di campagna), viole e avvistare aironi. Del tutto normale quindi quando la lettura si posa su rose canine, aceri campestri, lillà e infinite altre varietà di frutta dimenticata. Soffermandosi poi su dei momenti descritti con dovizia e una penna spiritosa da buon bolognese, ne emerge un libro che non può mancare nella libreria di qualsiasi appassionato di naturalia e non solo.

Copertina del diario di campagna del Maestro giardiniere Carlo Pagani con Mimma Pallavicini

È così che Carlo Pagani fa fare una passeggiata a Mimma Pallavicini, conducendo anche noi lettori nel suo bosco giardino. Confidando anche di quella volta, che proprio per scaricare la sua rinnovata energia che si sentiva addosso, nel primo dopopranzo, è andato a ripulire la pozza dell’acqua più estesa del bosco, una buca di circa 15 metri di diametro creata dallo scoppio di una bomba durante la Seconda guerra mondiale. Carlo? “L’ho trasformata in un autentico laghetto un’estate in cui era evaporata del tutto l’acqua piovana che si raccoglie spontaneamente – racconta nel libro Pagani – Ho impermeabilizzato con successo il fondo con terra argillosa compattata durante la stagione della siccità: con qualche rabbocco di acqua del pozzo artesiano, gli uccelli del bosco possono disporre di un ristoro a cinque stelle”.

Il 14 novembre di qualche anno fa. “Ho rimosso con il retino le foglie secche cadute nell’acqua e sui bordi, dopo aver pulito la vegetazione delle piante palustri, ho aggiunto un gruppo di Iris pseudacorus e una decina di Iris louisiana. Quest’ultima è una specia palustre magnifica, con i fiori che profumano come quelli dell’orchidea Cattleya”. Il risultato? È lo spettacolo che vedete nella foto in evidenza, in apertura di questo articolo. Il resto? È distillato nel delizioso diario che comincia a narrare partendo dall’11 novembre, San Martino, per tornare dove è cominciato il racconto. Descrivendo un anno di emozioni.

  

UN BIOSENSORE DICE SE HAI IL DIABETE MELLITO

Ricercatori dell’Istituto per la microelettronica e i microsistemi (Imm) del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma, in collaborazione con colleghi della statunitense Johns Hopkins University, hanno realizzato un biosensore in grado di identificare un nuovo indicatore glicemico per la rilevazione della patologia, fornendo così un metodo di rilevazione precoce e alternativo rispetto ai sistemi tradizionali. Il sensore, descritto sulla rivista Advanced Healthcare Materials, sfrutta le potenzialità di una matrice disordinata di nanofili di silicio rivestiti di argento.

Questo vetrino da microscopio con una zona in cui sono presenti dei nanofili, in sostanza viene in soccorso di tutte quelle persone affette da anemie, insufficienza renale o patologie legate alla sintesi dell’emoglobina nel sangue (emoglobinopatie). Per queste persone infatti, la rilevazione del diabete mellito mediante la tradizionale tecnica del prelievo di gocce di sangue può rappresentare un problema.

Nasce così, dall’esigenza l’innovativo biosensore messo a punto da ricercatori dell’Istituto per la microelettronica e i microsistemi (Imm) del Consiglio nazionale delle ricerche di Roma, in collaborazione con colleghi del Department of Mechanical Engineering della Johns Hopkins University (Baltimora, Usa).

L’importante risultato è pubblicato sulla rivista Advanced Healthcare Materials: tale sensore, caratterizzato da elevata sensibilità e selettività, permette l’identificazione di un nuovo indicatore glicemico, l’albumina glicata (Ag), sfruttando le potenzialità di una matrice disordinata di nanofili di silicio rivestiti di argento.

“L’applicazione biomedica dei nanomateriali in ambito diagnostico è una delle più grandi novità scientifiche degli ultimi anni: grazie all’intrinseca capacità di interagire su scala nanometrica con sistemi biologici – quali ad esempio virus, batteri, cellule, proteine e Dna- i nanomateriali sono capaci di “catturare” e tradurre informazioni chimico-fisiche non rilevabili attraverso una diagnostica tradizionale”, spiega Annalisa Convertino (Cnr-Imm), tra i firmatari dello studio. “Se utilizzati come sensori, hanno le potenzialità di individuare nei fluidi biologici la presenza di molecole marcatrici o frammenti di DNA in concentrazioni molari molto basse, favorendo così l’elaborazione di nuove metodologie per una diagnosi precoce delle malattie e per l’individuazione e la valutazione di terapie farmacologiche personalizzate”.

Negli ultimi anni l’albumina glicata è emersa come un valido indicatore glicemico alternativo estremamente utile non solo in presenza di patologie ematologiche, ma anche nell’analisi e nel controllo dei cambiamenti rapidi della glicemia, ad esempio dopo l’inizio o la modifica di una terapia.

Il team che ha sviluppato il biosensore è formato, oltre che da Annalisa Convertino, da Valentina Mussi e Luca Maiolo per Cnr-Imm, e da Ishan Barman e Debadrita Paria per la Johns Hopkins University.

“Il biosensore sfrutta la sinergia tra la ridotta dimensionalità dei nanofili e la loro disposizione disordinata. In questo modo infatti, da un lato le biomolecole di albumina glicata contenute in un campione biologico sono efficacemente intrappolate nella matrice di nanofili, dall’altro si aumenta l’interazione del campo elettromagnetico presente tra le nanostrutture e le biomolecole, amplificando così la risposta del biosensore”, aggiunge le ricercatrice.

I risultati della ricerca aprono la strada ad una metodologia diagnostica del diabete mellito rapida, predittiva ed utilizzabile in tutti quei casi per i quali non è possibile applicare la diagnostica tradizionale.

Il lavoro è stato supportato, per la parte italiana, dal progetto congiunto “Scalable nano-plasmonic platform for differentiation and drug response monitoring of organ-tropic metastatic cancer cells” (US19GR07) finanziato dal Ministero degli affari esteri e della collaborazione internazionale (Maeci) nell’ambito de Programma di cooperazione scientifica e tecnologica Italia-Usa 2019-2021.

COME RISPARMIARE SUL PREZZO DEI CARBURANTI: INDAGINE ALTROCONSUMO

Analizzando i prezzi in Autostrada, Sarni Oil risulta l’insegna più conveniente in tutte le categorie, tuttavia anche le cosiddette “pompe bianche’’, non riportate in tabella per via dell’esiguo numero, offrono prezzi nel self-service tra i più convenienti sulla rete autostradale. Tutavia, prima di un lungo viaggio, Altroconsumo consiglia quindi di fare sempre il pieno in città oppure di verificare se lungo il tragitto sia presente una pompa bianca con prezzi convenienti. Come dimostra l’indagine, infatti, il prezzo, per la stessa insegna, può salire fino al 70% in autostrada rispetto alla città. Oltre alla scelta della migliore insegna anche altri accorgimenti, come una manutenzione periodica, il controllo dei filtri e l’utilizzo corretto delle marce impattano in maniera importante sui consumi.

Altroconsumo dunque ha realizzato un’indagine sull’andamento dei prezzi dei carburanti al fine di offrire ai consumatori che potranno spostarsi per raggiungere le proprie famiglie prima di Natale, utili informazioni e indicazioni per risparmiare. La grande distribuzione organizzata e i marchi minori risultano le insegne più competitive, nette differenze di prezzo tra città e autostrade.

L’indagine è stata condotta prendendo in considerazione le insegne presenti in almeno 11 regioni italiane, analizzando i prezzi del carburante sia self-service che servito. I migliori prezzi rilevati per la benzina e il diesel self-service, nei centri abitati e nelle strade non autostradali, vengono offerti dai marchi della GDO, Conad e Enercoop, mentre per il “servito” primeggiano due insegne minori: Beyfin e Europam. Si riscontra una netta differenza tra le insegne citate e i grandi marchi nazionali, con prezzi più cari quasi del 50%.

Altroconsumo, al fine di aiutare i consumatori a controllare i propri consumi su strada, a settembre ha dato il via al progetto MILE21 – Più informazioni, meno emissioni – cofinanziato dal programma LIFE+ dell’Unione europea. La piattaforma fornisce ai consumatori dati reali sui consumi e sulle emissioni di Co2 delle proprie auto, aiutandoli durante la fase di scelta di nuovi veicoli e offrendo consigli di guida ecologica per consumare di meno.

NATALE E COVID: I CONSIGLI DELLA PSICOLOGA PER VIVERLO AL MEGLIO

Il Natale è alle porte ma, con il Covid-19 da tenere ben lontano dalle nostre famiglie, quest’anno più che mai si registra un vorticoso aumento dei sintomi ansiosi e depressivi. “Eppure tutti ci dicono che questo dovrebbe essere il periodo più bello dell’anno! Durante le festività in generale – ma a Natale in particolare – si rileva un netto incremento di sintomi depressivi, ansiosi e psicosomatici. Aumentano inoltre momenti in cui ci si sente maggiormente irritabili e nervosi, diventando più reattivi e sensibili allo stress. Ma come mai le feste scatenano tutto ciò? In questo periodo dell’anno è come se ci si sentisse obbligati ad essere euforici, contenti e realizzati, come se non si potesse mostrare un lato diverso di noi, di tristezza e malinconia. Aspettative elevatissime e conseguente fallimento di esse, contribuiscono a generare malessere”, spiega la psicologa Elisa Caponetti.
Come influisce il Covid in tutto ciò? “Da lunghissimi mesi, stiamo ormai convivendo con vissuti di profonda paura determinati o accentuati dalla pandemia in corso.
Natale, è la festa per eccellenza da trascorrere in famiglia, ma quest’anno ci si chiede di trascorrerla principalmente isolati e lontani almeno fisicamente dai nostri affetti più cari. L’amore dei propri familiari rappresenta una vera e propria ossigenazione per tutti noi”, continua l’esperta.
“Il malessere si accentua in chi si trova a vivere situazioni di solitudine, in chi è privo di relazioni affettive importanti o ancora, in chi ha legami familiari labili e superficiali. Molto colpite sono anche le persone anziane e chi ha scarsi contatti sociali. Insomma, chi è solo, si sente ancora più solo. C’è poi chi non potrà ricongiungersi con i propri cari. Non bisogna sottovalutare il rischio di creare situazioni di solitudine estreme a cui il diffondersi del covid ci sta esponendo maggiormente facendo emergere anche di più le nostre fragilità e paure. Il rischio solitudine non va sottovaluto, può infatti arrivare a far morire e genera il manifestarsi di altre patologie. Rappresenta infatti un fattore di rischio per l’insorgere di altre importanti malattie mortali. La solitudine non è quindi soltanto un sintomo ma il segnale di una patologia. Uno studio del Good Samaritan Hospital di Los Angeles ha messo in rilievo come il periodo compreso tra il Natale e il Capodanno, sia uno dei più stressanti dell’anno. Esagerazioni alimentari, uso aumentato di alcoolici, amplificazione di stimoli emotivi, smania all’acquisto, modificazione della normale routine quotidiana e diminuzione dell’attività lavorativa, possono avere effetti davvero devastanti sul nostro equilibrio.
Se da un lato è vero ciò, dall’altro, la pandemia in corso può esserci d’aiuto per affrontare le festività con uno spirito diverso. Occorre cogliere l’occasione per vivere un Natale più vicino al valore originario, meno legato al consumismo, recuperando il vero significato di questa festività e liberandoci da fattori stressogeni ad esso legati. Tutto ciò può ricondurci ad una dimensione più introspettiva e più intima smettendo di rincorrere i nostri falsi bisogni e riuscendo così a recuperare una nostra maggiore autenticità, ritrovando i valori più semplici ma anche più importanti. Occorre quindi, nonostante la lontananza fisica, riuscire a trarre serenità dal contatto familiare, magari aiutandoci dall’uso della tecnologia.
Come diceva Maria Teresa di Calcutta si muore per mancanza d’amore per cui coltiviamolo comunque dentro di noi.
In chi dovesse ritrovarsi in questi giorni a provare vissuti ed emozioni negativi, o a manifestare sintomi a vario livello psicosomatici, un invito è quello di riuscire a differenziare se si tratta di una condizione e di uno stato abituale e magari accentuato dal covid e dalle festività, o se si tratta di uno stato momentaneo, che come tale, scomparirà con la fine dei giorni di festa. Capire, se insomma, si è di fronte a un malessere natalizio o a qualcosa di ben più profondo e radicato.E’ necessario, quindi, riuscire sempre ad andare all’origine del malessere, ricordandosi che ogni sintomo ha una valenza comunicativa, per cui è importante dare ascolto e significato a ciò che si sta vivendo”, conclude la Caponetti.

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CEREALIA OMAGGIA RODARI E L’ESTRO DI BERNARDINI

Via libera a laboratori ludico-creativi dedicati al mondo creativo di Gianni Rodari, cooking lab per giovanissimi cuochi in erba con lo chef Renato Bernardi, video performance di Ricette in Versi e webinar per adolescenti in collaborazione con Guida Genitori Onlus e FIDAF. Questo e altro è di scena fino al 30 dicembre con “Cerealia. La Festa dei Cereali. Cerere e il Mediterraneo”, il festival internazionale e interdisciplinare che in questo 2020 avrebbe dovuto compiere i suoi 10 anni. Dedicato al mondo dei cereali, il Festival è organizzato dall’associazione culturale no-profit M.Th.I..

IL FESTIVAL – L’appuntamento intende valorizzare lo scambio e l’arricchimento interculturale tra i Paesi del Mediterraneo quale occasione d’interscambio culturale a vari livelli, tra cultura e società, alimentazione e gastronomia. Lo fa promuovendo la condivisione delle sfide comuni a livello di cluster regionali tra i popoli che si affacciano sul mare nostrum, stimolando lo sviluppo di modelli sostenibili di economia circolare e sposando i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030.

IN CALENDARIO – Le attività proseguono con Il Mercante di Stelle, laboratori ludico-creativi a cura di Aziza Essalek, Dino Ruggiero con la collaborazione di Letizia Staccioli, dedicati al mondo creativo di Gianni Rodari a 100 anni dalla nascita. Si svolgeranno fino al 20 dicembre, dalle ore 10 alle 12, presso Parco Collina della Pace/Peppino Impastato, in collaborazione con Associazione di Volontariato Collina della Pace. È necessaria la prenotazione. *In caso di maltempo le attività si svolgeranno presso il Centro Aggregativo Il Muretto (Via Casilina, 1799/M). Sabato 19 dicembre, alle ore 11, ecco l’evento in diretta sul canale Facebook del Festival Cerealia “Chef Trek Jr. Italy”; un cooking lab per apprendisti chef tra i 10 e i 12 anni, con lo chef Renato Bernardi in collaborazione con l’Istituto Professionale Statale Maffeo Pantaleoni, da un progetto di Robert G. Seal.

Tra gli appuntamenti più attesi, inoltre, domenica 27 dicembre, alle ore 18, si svolgerà Ricette in versi. Poesie sensualmente appetibili, tra arte e cucina dedicata ai 200 anni di Pellegrino Artusi, in collaborazione con la scuola di cucina TuChef di Roma e con Park Hotel Villa Grazioli La video performance sarà visibili online sul canale Youtube M.Th.I. e del Festival Cerealia. La drammaturgia di Lydia Biondi, ispirata all’antologia di gastronomie amorose di Claudio Borgoni, ha la regia di Tomaso Thellung. Interpreti: Cristian Masi, Elisa Proietti, Caterina Misasi, Simone Bobini, Diana Forlani. Musiche a cura di Antonio Sorgi. Infine, il calendario prevede, dal 28 al 30 dicembre, quattro webinar, Adolescenza e Nutrienti, presentati da adolescenti per gli adolescenti a cura dell’Associazione senza scopo di lucro Guida per Genitori, in collaborazione con la FIDAF. I video saranno disponibili online sul sito www.guidagenitori.it e in seguito sul sito del Festival Cerealia.

I DETTAGLI DELL’EVENTO – Il progetto, vincitore dell’Avviso Pubblico per la concessione di contributi economici ai programma per l’anno 2020 condizionati dall’emergenza epidemiologica covid-19, ha ricevuto un contributo di Euro 19.975,00 da Roma Capitale – Dipartimento Attività Culturali.

24 SFUMATURE DI ABRUZZO NELLA GENZIANA CHIARINO

24 sfumature di Abruzzo. Nella Genziana artigianale Chiarino sono almeno 24 le tonalità che si alternano nell’arco di 40 giorni sulle radici di genziana lutea. Tante quanti i volumi di questo prodotto, la cui gradazione alcolica sembra quasi tener conto delle altrettante albe che devono trascorrere affinché il liquore dal sapore amarognolo e l’odore dolciastro si formino. Lasciando le radici in infusione con il vino bianco, l’aggiunta di alcool e zucchero, il fine pasto per definizione si delinea pian piano, fino a prendere corpo nella bottiglia che Pallini produce nel rispetto della ricetta. Ricetta che prevede la presenza nel liquore della genziana per una percentuale pari a 79 parti dell’intero. E giù a cercar curiosità sulla pianta, fulcro del rito che ha portato la pianta a essere ritenuta protetta, per colpa del suo molteplice utilizzo. Foglie grandi e fiori gialli, questa pianta secondo Plinio e Dioscoride deve il suo nome a Gentius, ultimo re dell’Illiria, regnante tra il 180 e il 168 a.C. Fu lui per primo a lodarne le virtù. Usata per stregare l’amato, essendo risapute le sue proprietà afrodisiache, la genziana riuscì a estasiare anche il poeta Gabriele D’Annunzio che, del fiore, scrisse: “…e forse tutti i roseti tralascerò per quella sola genziana aperta sul ciglio del campo come una gemma preziosa”. Fatto sta che oggi torna sulle nostre tavole partendo dall’Aquila, con il suo bagaglio di purezza e la genuinità delle proprietà medicamentose della radice, riconosciute anche dai greci che la usavano per combattere la febbre. Il sapore unico è dato dalle radici che, una volta pulite dalla terra in eccesso, vengono affettate e fatte essiccare al sole fino a quando il suo interno non raggiunge il classico colore giallo. Le radici di genziana Chiarino vengono poi lasciate in infusione lungamente con il vino fino a creare l’ottimo liquore. Non c’è tra chi la apprezza che non ne riconosca le proprietà digestive, grazie alla sua stessa radice che contiene vari principi attivi, tra i quali spiccano la genziopicrina che stimola la funzione digerente dello stomaco favorendo la secrezione dei succhi gastrici e l’amarogenzina, la sostanza piu’ amara che si conosca. Nonostante le varietà di genziana siano 400 in tutto il mondo, quelle diffuse in Italia però sono molte meno. La tradizionalità del prodotto è documentata in Piemonte, dove ne viene fatto un uso diversificato soprattutto in Valle di Susa. Spontanea nelle aree montane del Reatino, come amaro è molto diffuso in Abruzzo dove il liquore si ottiene in modo diverso da quanto avviene nel Trentino Alto Adige, dove non si prevede l’utilizzo del vino ottenendone così un vero e proprio distillato.

UNFAKENEWS: CONTRO LE BUFALE

C’è correlazione fra epidemia da nuovo Coronavirus e rete 5G? La tecnologia 5G richiede l’abbattimento di alberi? Le Arpa non sono in grado di misurare le frequenze del 5G? È vero che i Comuni con la legge “semplificazioni” non possono più fare il piano di localizzazione delle antenne? Il 5G sarà portatore di un aumento di tumori e di altri rischi per la salute? A queste e altre domande risponde  Unfakenews: contro le bufale. E’ la campagna di Legambiente e “Nuova Ecologia”, nata per contrastare le credenze che tengono l’Italia lontana dalla sostenibilità. Il sito ospita approfondimenti scientifici, documenti e testimonianze di esperti per dare rigore e coerenza alle battaglie in difesa dell’ambiente e della salute pubblica. “Unfakenews” sarà portata avanti anche grazie al supporto tecnico di Wunderman Thompson Italia.

I prossimi temi di “Unfakenews” saranno il biometano, l’agrivoltaico, le bioplastiche e il compostaggio, l’usa e getta nell’era Covid, il geotermico, l’eolico e la convivenza con predatori come lupo e orso. Per ogni argomento Legambiente produrrà position paper e organizzerà webinar, in attesa di poter organizzare, a emergenza sanitaria finita, incontri nelle scuole e corsi di formazione per giornalisti riconosciuti dagli ordini regionali.

MYSHOPIFY, ATELIER 3.0 AL TEMPO DEL COVID

È nato Myshopify, l’atelier virtuale di Vanessa Foglia, stilista, che ha deciso di adottare altri artisti per far “rete” e contrastare la crisi scatenata dal Covid-19.

Chi la conosce sa bene che è una donna dal carattere di ferro, con lo sguardo da sognatrice e un innato spirito di gruppo, contagioso. Contagioso al punto che la stilista Vanessa Foglia, creatrice del brand Abitart, ora debutta sul web con il suo atelier virtuale nella veste di mecenate del fashion rigorosamente Made in Italy.

Un atelier digitale al tempo del Covid-19, contro lo shopping contingentato e gli altoparlanti dissuasori nelle strade dei centri storici d’Italia. Pensato come una piattaforma di e-commerce dove vedere anche video fashion in streaming, visitare virtualmente l’atelier della stilista, chattare e leggere il suo videoblog, su www.vanessafoglia.myshopify.com Vanessa Foglia offre alle sue clienti un’esperienza d’acquisto piacevole anche a distanza, mantenendo una forte relazione con il suo pensiero creativo.

Vendita sì di capolavori online, ma anche una “piazza fashion” virtuale che muta ogni giorno, ospitando nuove collaborazioni tra creativi che trasformano il proprio lavoro in un viaggio onirico. Il sito è più un punto di incontro virtuale dove, oltre al suo brand Abitart, trova spazio tutto quanto Vanessa Foglia ama. Dalla mamma “Raffaella per Domitilla” alle opere dell’artista Stefano Zampieri, dai bracciali Foglia di Stefy Vale alle collane energiche in carta di Caterina. Ma arriverano anche creme e prodotti alimentari, sempre e rigorosamente made in Italy.

“Ho sempre desiderato creare un mondo che si tenesse per mano, dove la passione visionaria fosse quel filo rosso capace di unire la creatività e l’e-commerce è oggi la creatura da alimentare e far crescere con dedizione”, dice Vanessa Foglia, mecenate, promotrice di arte e bellezza. Basta digitare www.vanessafoglia.myshopify.com per aprire il suo mondo, dove i viaggi si trasformano in cappotti e ponchi, abiti e tutine. Qui la moda fiorisce. Il glamour sboccia e invade gli armadi delle clienti. C’è la giacca felicitas-atis Abitart. C’è l’abito Domitilla che, attraverso il movimento, ricrea le sfumature del vento e si piega alle curve delle donne. Ci sono creature che si moltiplicano, si fondono per poi fluire e fluidificarsi nelle opere di Zampieri che Vanessa Foglia ama, condividendone i pennelli come l’ironia. Sono solo alcuni esempi dei numerosi e mutevoli ospiti di questa galleria che nell’Antica Sartoria Moderna a Roma ha il laboratorio di Vanessa Foglia, dove il fatto a mano e il fatto su misura trionfa.

Vanessa Foglia, campana di nascita e cittadina del mondo, ha la sartoria nel sangue, perché si è formata nell’atelier di sua mamma Raffaella. È stata lei la sua “maestra” di vita e di creatività. Il suo atelier di 600 mq affacciato sulla Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane, era frequentato negli anni Settanta dalle signore più chic della Capitale. La sua sperimentazione fuori dal comune era conosciuta anche da fotografi come David Hamilton e Aldo Falla, con cui collaborava. Impossibile non ricordare i suoi lavori per Federico Fellini e quella volta che la Volkswagen la premiò come prima donna che conduceva un concessionario di macchine con risultati eccellenti. Dopo aver ricevuto quel riconoscimento, mamma Raffaella creò Domitilla, marchio di meravigliosi abiti da sposa. Oggi, Vanessa Foglia ospita Domitilla sul suo sito e ne condivide un sogno che si è avverato.

FABIO ROVAZZI REGALA PS5

Fabio Rovazzi regalerà una PlayStation5. Ma andiamo per gradi. E’ l’ultima idea del cantante, attore, regista e videogiocatore che, dopo essere stato il primo artista al mondo a diventare un personaggio giocabile in “Call of Duty Warzone”, ora è stato scelto come primo testimonial italiano della nuova PlayStation5.

HA CREATO TRE STRAORDINARI VIDEO E UN NUOVO CONTEST SOCIAL PER LA CONSOLLE PIÙ DESIDERATA DEL 2020

Questa sera e domani online su Instagram gli ultimi due episodi della “saga”

Ancora una volta Rovazzi mette in campo la sua creatività realizzando tre video ispirati al mondo del cinema che lo vedono protagonista insieme alla nuova esclusiva consolle. Dopo la prima uscita, questa sera e domani alle ore 21.00 pubblicherà sul suo canale Instragram gli ultimi due appuntamenti della trilogia.

Veri e propri cortometraggi che strizzano un occhio ai grandi film che hanno fatto la storia del cinema ed effetti speciali degni di Hollywood.

Inoltre, l’artista ha lanciato un nuovo contest legato alla saga: chi pubblicherà il maggior numero di commenti (che devono contenere l’hashtag PS5) sotto ai 3 post-video pubblicati sul canale Instagram di Fabio vincerà la nuovissima PlayStation5.

Il contest è partito alle ore 14 di oggi, venerdì 4 dicembre, e terminerà alle ore 13.59 di domenica 6 dicembre.

NATALE SOSPESO: CAMBIA LA FORMA NON LA SOSTANZA

Prosegue l’aiuto di Probios al Banco Alimentare: l’azienda di Calenzano, specializzata nell’alimentazione biologica, ormai da anni infatti fornisce al Banco Alimentare della Toscana tanti prodotti che vengono poi destinati alle 600 strutture caritative della regione convenzionate.

Proprio a ridosso del periodo natalizio, Probios ha scelto di dare vita ad un’iniziativa in collaborazione con il Banco Alimentare cercando con un piccolo gesto e con l’aiuto dei suoi più affezionati consumatori, di aiutare a garantire a tutti un Natale più sereno possibile. Fino al 24 dicembre i consumatori che acquisteranno sull’ e-commerce dell’azienda toscana, potranno accedere in fase di check out alla scelta di un paniere di prodotti disponibili al 50% di sconto da donare al Banco Alimentare, dando così vita ad una sorta di “spesa sospesa” a favore di chi in questo periodo è in maggiore difficoltà.

“Un contributo che ci è apparso doveroso in un momento così delicato per il nostro Paese – afferma Fernando Favilli, Presidente Gruppo Probios – Supportiamo da molto tempo le importantissime attività del Banco Alimentare e questa volta abbiamo voluto farlo mettendo a disposizione il nostro e-commerce, tenuto conto delle restrizioni vigenti e delle iniziative già in atto del Banco Alimentare che quest’anno per la giornata nazionale della Colletta Alimentare, dal 21 novembre all’8 dicembre, ha incentivato anche questa modalità. La nostra iniziativa proseguirà fino al 25 dicembre per cercare di essere di supporto a tutti coloro che soffrono di più questa situazione, contribuendo a garantirgli un Natale più sereno possibile”.

L’iniziativa di Probios si inserisce in una più ampia azione messa in campo dal Banco Alimentare: a partire dal 1997 infatti, il Banco Alimentare ogni ultimo sabato di novembre, ha istituito la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare. In questo 2020 la Colletta Alimentare sarà un po’ diversa: nel pieno rispetto delle norme anti COVID-19, sarà possibile acquistare una card da 2, 5 o 10 euro, acquistabile in cassa oppure online fino all’8 dicembre, in tutti i supermercati che aderiscono all’iniziativa.

“Ringraziamo Probios per questa importante iniziativa, – dichiara Giovanni Bruno, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus. – La nostra partnership con loro prosegue da tempo e il loro sostegno è per noi molto prezioso. In questo momento difficile cerchiamo nuove soluzioni per stare vicino a chi ha bisogno, sia con la nuova modalità della Colletta Alimentare sia grazie ad aziende virtuose che si sono mobilitate per dare il proprio contributo. Si tratta di iniziative molto importanti perché la situazione è complessa e abbiamo bisogno del coinvolgimento di tutti.”

Le restrizioni non limitano il bisogno di milioni di famiglie, anzi, lo rendono ancora più urgente e Probios, da sempre sensibile e attiva nel sostenere iniziative solidali, ha deciso di contribuire con un suo personale progetto a sostegno delle iniziative del Banco Alimentare della Toscana, in virtù dei rapporti che l’azienda toscana ha da tempo sviluppato con il proprio territorio.