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#EUROPEANDAYFORHUMANRELEVANTSCIENCE, GIORNATA EUROPEA PER LA RICERCA ALTERNATIVA

La ricerca alternativa non è ancora routine nei laboratori. Sono trascorsi 10 anni dall’entrata in vigore della direttiva europea 63/2010 che regolamenta la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, la Coalizione Cruelty Free Europe, di cui LAV fa parte insieme alle maggiori associazioni animaliste di tutta Europa, e oggi 22 settembre ci si trova a festeggiare la prima #EUROPEANDAYFORHUMANRELEVANTSCIENCE, la Giornata europea per una ricerca scientificamente rilevante con modelli human-based. 

La norma comunitaria sancisce chiaramente come la ricerca senza animali sia, non solo un traguardo, ma una priorità, e come il ricorso all’animale sia solo l’ultima possibilità da intraprendere nella sperimentazione, supportando totalmente, e indiscutibilmente, i metodi alternativi all’uso di animali. Una legge frutto di un lungo processo di revisione, che ha visto coinvolte le più importanti Istituzioni europee. 

Nonostante ciò, non abbiamo assistito al drastico calo del numero di animali allevati e uccisi per fini sperimentali, come avrebbe dovuto essere se quanto previsto dalla normativa UE fosse stato messo in pratica – afferma Michela Kuan, Biologa e Responsabile LAV Area Ricerca senza animali le statistiche europee, invece, mostrano chiaramente quanto il numero di animali utilizzati a fini scientifici nell’UE sia rimasto relativamente invariato e come negli ultimi 20 anni sia diminuito in media solo dell’1% ogni anno”. 

Un dato reso ancora più grave alla luce del fatto che 12,6 milioni di animali sono allevati per mantenere colonie geneticamente modificate e/o soppressi per esubero e fornitura di tessuti, arrivando all’incredibile cifra totale di 22 milioni di animali all’anno. 

Dati che non deludono solo le aspettative degli animalisti, ma anche quelle della maggior parte dei cittadini che l’Ue rappresenta, come riporta un recente sondaggio, secondo cui il 93,4% dei cittadini europei ritiene necessario fare di più per sostituire e ridurre l’uso di animali nella sperimentazione e nella ricerca [2]. 

“In questo terribile momento di emergenza sanitaria, dobbiamo pretendere un reale cambiamento e un impegno verso i modelli human-based che offrono garanzie e attendibilità per l’uomo e per la protezione dell’ambiente in cui viviamo, smettendo di finanziare progetti che coinvolgono animali, i cui risultati sono pericolosamente inutili”, aggiunge Michela Kuan. 

È fondamentale stabilire azioni per incentivare e guidare il cambiamento, con obiettivi dell’UE per limitare le emissioni di gas a effetto serra, o la nuova strategia per la biodiversità, gli obiettivi di riciclaggio etc., oltre a investire di più nell’accelerare lo sviluppo, la convalida e l’adozione delle NAMS – New Approach Methodologies. 

In Italia, auspichiamo che, almeno, non venga sprecata l’opportunità di rispettare i divieti previsti dal 2021 di testare su animali le sostanze d’abuso come droga, alcol e fumo e che il Ministro della Salute Speranza, che nel Decreto Milleproroghe dello scorso dicembre aveva riattivato il fondo per i test alternativi, non faccia perdere al nostro Paese questa fondamentale possibilità per lo sviluppo della ricerca scientifica e la valorizzazione dei ricercatori italiani, conclude Michela Kuan. 

Pubblicato da robertamaresci

giornalista e scrittrice

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